
L’ambizioso progetto
“Italia Virtuale” prevede per la prima volta al mondo di modellizzare in 3D con rendering fotorealistico, un'intera nazione: l'Italia, e uno step successivo con l’
Italia 4D, dove la quarta dimensione è il tempo. Navigare dai romani all’Ottocento passando dal rinascimento creerebbe così una sorta di
"macchina del tempo virtuale". Per l'Italia che racchiude oltre la metà del patrimonio artistico mondiale, la valenza culturale inestimabile del progetto appare evidente: un evento mondiale e anche una gigantesca opportunità di business per il sistema paese.
L’ideatore di questo ambizioso progetto è Fulvio Dominici Carnino, che ha creato una organizzazione no profit: la
Fondazione Ultramundum (Ultramondi) con sede a Grugliasco (Torino). L’Italia virtuale parte proprio da Torino! La Fondazione ha realizzato il Plastico interattivo digitale dell’intera agglomerazione di
Torino un primo prototipo dell’Italia Virtuale (vedi foto). La Regione autonoma Valle d’Aosta invece le ha commissionato la ricostruzione della città di
Aosta romana nel primo secolo dopo Cristo, in corso di completamento (vedi foto).
Google Earth è un enorme successo, ma i database utilizzati non contengono informazioni dettagliate sugli edifici e sugli altri elementi al suolo, come i monumenti.
Ma com’è possibile modellizzare in 3D un’intera nazione? La società
Sofiha fornisce alla Fondazione un
database cartografico molto preciso del territorio e degli edifici, completo dell'altezza dal suolo, per le principali città. Grazie poi all’esclusiva tecnologia
UltraPeg della Fondazione, i complessi modelli 3D di ogni elemento della nazione potranno in gran parte essere generati automaticamente dal sistema. “Questa rivoluzionaria tecnica” precisa con malizia Fulvio Dominici presidente della
Fondazione Ultramundum “è la nostra arma di costruzione di massa”. Con UltraPeg si parte da una gigantesca “scatola di costruzione” tipo Lego dalla quale prendere ogni “mattoncino intelligente” necessario alla realizzazione della scena. Insomma un
Wikipedia del 3D. Ultrapeg si basa infatti su una filosofia collaborativa in un
sistema open source.
Ma come trasmettere poi via Internet in tempo reale, illimitati ambienti tridimensionali? Il segreto di UltraPeg è proprio di mandare in rete non il pesante oggetto finito ma bensì il suo Dna, il suo codice genetico. Viene poi ricostruito arrivato a destinazione grazie al microprogramma che lo costituisce: una specie di
“teletrasporto degli edifici 3D”. Il tutto fruibile via Internet in tempo reale, da un normale Pc. Per approfondire vedi in Pdf il mio
articolo apparso su
nòva del
Sole 24 Ore.