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L’architettura liquida, fluida, sinuosa, come dune di sabbia, ben integrata al deserto, del futuro Opera House firmato
Zaha Hadid, sorgerà su un isola a
Dubai Creek, collegata attraverso un ponte con il resto della città. Ancora una volta Dubai dimostra di essere uno dei più importanti laboratorio mondiale di architettura contemporanea, e ancora una volta l’architetto britannica d’origine irachena, la prima donna ad aver vinto il
Pritzker Price (Nobel dell’architettura) nel 2004, continua a stupire. Senza ripetersi, continua a vincere un concorso internazionale dopo l’altro. Il suo progetto di Opera House è all’altezza del fulgurante sviluppo di Dubai. Il complesso sarà però molto di più di un teatro dell’opera in grado di ospitare 2500 persone. Comprenderà una galleria d’arte di 5000 m² di spazio espositivo, comparabile al Guggenheim Museum di New York, un auditorium di 800 posti, una scuola d’arte, una playhouse e un hotel a 6 stelle. L’insieme è composto nella più perfetta assimetria. I due picchi che si possono vedere sulla foto di sotto corrispondono proprio al teatro dell’Opera.
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