30.11.14

Ocean Spiral, le città sottomarine del 2030

Colonizzare lo spazio? Le città del futuro saranno negli abissi, afferma la società d’ingegneria giapponese Shimizu Corporation, che ha presentato il suo futuristico progetto Ocean Spiral: Sfere galleggianti che ospitano intere città, e s’immergono in caso di forte maltempo. Sarà la nuova Atlantide del terzo millennio? Una popolazione mondiale crescente con la diminuzione delle risorse, e il riscaldamento globale con l’innalzamento degli oceani, richiedono soluzioni sempre più innovative. Perché non sfruttare gli oceani, che coprono il 70% della superficie terrestre? "Questo è un vero obiettivo, non un sogno Irrealizzabile", ha detto il portavoce Shimizu Hideo Imamura. il concept è radicato nell’enorme potenziale del mare profondo. L'azienda delinea cinque ragioni principali per lo sviluppo del progetto: l'approvvigionamento di pesce, la produzione d’acqua desalinizzata, la produzione di energia, il trattamento dell’anidride carbonica, e l'estrazione di nuove risorse dal mare e dai fondali marini. 
Ocean spirale assume la forma di un’enorme sfera di 500 metri di diametro noto come Blue Garden, in grado di ospitare 5000 persone. Galleggiante per la maggior parte appena sotto la superficie, ma con la sommità fuori, consentirà alle imbarcazioni di attraccare, permettendo cosi alle 5.000 persone previste, tra residenti e visitatori, di entrare e uscire a loro piacimento (foto). Lo spettacolare atrio conterrà 75 piani, con gli spazi destinati a ospitare alberghi, spazi residenziali, commerciali, e un parco marino. Pensato per vivere al riparo dall'inquinamento e da catastrofi naturali, come tempeste e terremoti, è in grado all'occorrenza di immergersi fino a 3.000 metri, lungo una gigantesca struttura a spirale di 15 km, fino all’Earth Factory, con centro di ricerca, in grado di sfruttare le risorse naturali dei fondali. 
La proposta di Shimizu, sviluppata in collaborazione con l'Agenzia giapponese per la Marine-Earth Science and Technology, e l'Università di Tokyo, si presenta come un concentrato di tecnologia. I primi test computerizzati della futura prima città sommersa, hanno dato esito positivo. I microrganismi chiamati methanogens, potrebbero essere utilizzati per convertire l'anidride carbonica, catturata in superficie, in metano, mentre l'ampia differenza di temperatura e pressione dell'acqua, nota come energia talassotermica, nel frattempo, potrà essere utilizzato per generare energia, oltre allo sfruttamento del moto ondoso. La forma della sfera è stata scelta per fornire la resistenza adeguata alla grande pressione esterna dell'acqua. I progettisti pensano di usare una speciale resina al posto del cemento, e di sfruttare le stampanti 3D su scala industriale, per creare i vari componenti della struttura elicoidale, e non solo. Futurix aveva già pubblicato Una città scientifica galleggiante da fantascienza, e nel 2011, The Ark, l'Arca della salvezza?

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