8.10.14

Hacking Households, piccoli elettrodomestici fai da te


Ispirato al software open source, in cui le applicazioni possono essere rapidamente create, assemblando pezzi di codice preesistenti, l'iniziativa di Hacking Households vuole creare un quadro simile per i piccoli elettrodomestici: se un solo singolo componente dovesse smettere di funzionare, si eviterebbe di buttare il prodotto. I piccoli elettrodomestici tradizionali, infatti, sono creati in un sistema chiuso. Quando si guastano la soluzione più conveniente è quello di gettarli e sostituirli con un altro identico. In un'epoca in cui stampa 3D e circuiti fai da te, rendono certi processi industriali accessibili a molti, il progetto in oggetto si basa su componenti standard, e offre all'utente la capacità di assemblare, personalizzare, riparare, aggiornare e riciclare componenti esistenti, in modo semplice e veloce. Il concept esposto alla BIO 50 di Lubiana, la nota Biennale di industrial design, arrivata alla sua 50° edizione, vanta un elevato livello di variabilità e personalizzazione. Il team di Hacking Households, composto da giovani designer internazionali, spiega che “Gli sforzi sono stati rivolti verso oggetti sostenibili, progettati, sviluppati e prodotti democraticamente all'interno di comunità aperte.” Il sistema si presenta come una sorta di kit di costruzione minimalista (foto), con lo spirito del Meccano o Lego, per la creazione di un intero ecosistema di piccoli elettrodomestici modulari a basso costo, ma facilmente riparabili, utilizzando elementi standard e bastoncini di legno, fissati da giunti stampati in 3D, come gli esempi illustrati di un mixer e un ventilatore. Più che il risultato finale, è l’inedito approccio che risulta decisamente innovativo. In questo spirito Futurix aveva pubblicato nel 2013 Phonebloks, lo smartphone su misura
Il futurologo americano Alvin Toffler nel suo libro The Third Wave del 1980, fu il primo a coniare il termine di prosumer: contrazione di producer e consumer. In futuro produrremo sempre più quello che consumiamo, secondo i propri gusti e necessità, dai pomodori coltivati sul balcone, al detersivo fatto in casa, fino alla produzione d’informazioni mirate sui blog. Però, la personalizzazione di massa non prevale ancora: i consumi continuano per lo più a essere passivi. Tuttavia con la rivoluzione digitale e la nascita della New Economy, il consumatore diventa attivo e partecipativo. Vedi la rivoluzione delle stampante 3D e dei Makers, fortemente legati al movimento dell'open source. L’approccio di Hacking Households, si inserisce perfettamente in questa nuova visione, del rapporto tra produzione e consumo, con un consumatore più responsabile, più creativo, disponibile alla condivisione delle risorse, per ragioni economiche, e dove l’accesso ai servizi diventa più importante del possesso: Share or Die (condividere o morire). 

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