2.6.10

La memoria digitale degli oggetti



“Objets inanimés, avez-vous donc une âme? (Oggetti inanimati, avete dunque un’anima?) diceva Lamartine. Probabilmente no. Ma un oggetto può avere una memoria? Sembrerebbe di si, a vedere Tales of things, parte di un progetto di ricerca denominato TOTeM, che coinvolge ben cinque università britanniche. Il progetto legato alla cultura emergente del prossimo Internet degli oggetti, con la sua interfaccia utenti aumentata, in un ecosistema di prodotti sempre connessi, si propone di creare un link tra il mondo fisico degli oggetti e il mondo virtuale di Internet. Dopo la scoperta di un oggetto insolito, avete mai avuto la voglia di conoscerne la sua storia? Con Tales of things è diventato una cosa possibile. Così gli oggetti potrebbero avere storie da raccontare, arricchite ad ogni cambio di proprietario, con tanto di audio, foto e altri video. Il concetto è semplice: dopo essersi collegato al sito Web di Tales of things ed aver fotografato il proprio prodotto, poi scritto quello che si desidera, si stampa il suo tag, il Barcode 2D, da applicare sull’oggetto, che sarà geolocalizzato sulla mappa mondiale del sito. Tales of things propone già un’applicazione sull’iPhone, che consente di leggere i relativi tag. Cliccando su “add your tale” si può aggiungere la propria storia geolocalizzabile. Da vedere sotto il trailer su come taggare un oggetto in 4 steps, e un esempio in un negozio.

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