23.4.20

Claytronics, verso la materia programmabile

Immaginate di mandare via Internet un oggetto, che si materializza fisicamente a destinazione, come il serpente della foto. Ecco la nanotecnologia Claytronics ideata nel 2002 da Seth Goldstein e Todd Mowry, due ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Il progetto Claytronics, sviluppato ora in collaborazione con Intel, proviene dalla contrazione della parola inglese Clay (argilla) e electronics, una sorta di “plastilina elettronica” che si può modellare a piacimento. “Non è un ologramma 3D, ma un oggetto fisico a tutti gli effetti che si può toccare e non solo vedere” spiega Todd Mowry. I pixel fisici del futuro?
Questa rivoluzionaria nuova materia è composta da micro palline elementari in scala nanometrica, chiamati Catoms (Claytronics atoms). Dei nanorobot modulari in grado di auto assemblarsi. L'oggetto originale non si sposta dal luogo in cui si trova: semplicemente è “scannerizzato”, a livello molecolare, per essere ricostruito uguale nel luogo di destinazione. I catomi saranno computer sub-millimetrici che avranno la capacità di muoversi, comunicare tra loro, cambiare colore e connettersi elettrostaticamente ad altri catomi per creare forme diverse. Insomma una materia programmabile.
Il progetto Claytronics, se si finalizzerà, potrebbe sconvolgere la nostra visione del futuro. Questi nanorobot potrebbero essere programmati per replicare qualsiasi oggetto col suo colore, ma anche più in là esseri umani, secondo i ricercatori. “Invece di una semplice telefonata in futuro, si potrebbe vivere l’esperienza reale di essere nella stessa stanza con l’Avatar fisico della persona chiamata” sostiene Seth Goldstein. Se si riuscisse ad arrivare a dimensioni del granello di sabbia, sarebbe ipotizzabile cambiare una forma in un’altra con la semplice pressione di un tasto. Futurix aveva già pubblicato nel 2012 Claytronics, dalla materia programmabile al teletrasporto

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