23.4.11

Claytronics, la materia programmabile



Immaginate di mandare a distanza via Web un oggetto che si materializza a destinazione, immaginate di vedere il cobra opportunamente programmato, prendere forma fisicamente all’istante sotto i vostri occhi. E’ la rivoluzionaria nanotecnologia Claytronics ideata nel 2002 da Seth Glodstein e Todd Mowry, due ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Il progetto Claytronics sviluppato adesso in collaborazione con Intel, viene anche chiamato realtà sintetica. Proviene dalla contrazione della parola inglese Clay (argilla) e electronics, come a dire una “plastilina elettronica” che si può modellare e scomporre a piacimento. Questa nuova materia è composta da micropalline elementari in scala nanometrica, chiamati Catoms (Claytronics atoms), dei nanorobot autonomi, che contengono un microprocessore in grado di farli muovere, agganciarsi con gli altri, mentre alcuni sensori gli permettono di dialogare fra loro. Insomma, i pixel fisici del futuro. Non si tratta di teletrasporto, perché l'oggetto originale non si sposta dal luogo in cui si trova: semplicemente è scannerizzato, a livello molecolare, per essere ricostruito uguale nel luogo di destinazione. “Non è un ologramma tridimensionale, ma un oggetto fisico a tutti gli effetti che si può toccare e non solo vedere” spiega Todd Mowry. Il progetto Claytronics, se si finalizzerà, potrebbe sconvolgere la nostra visione del futuro. Questi nanorobot potrebbero essere programmati per replicare qualsiasi oggetto col suo colore, ma anche più in là un essere umano, secondo i ricercatori. Da vedere assolutamente il video promozionale di Claytronics sotto, che mostra uno degli esempi tra le possibili applicazioni, potenzialmente senza limiti, in questo caso nel settore del car design. Un altro esempio possibile un domani con questa nuova tecnologia, è rappresentato dal video del designer francese Michaël Harboun sul tema della cucina del futuro.

1 commento:

Sandro ha detto...

Wow!