3.12.06

Un'opera faraonica


“Un isola culturale in mezzo ad un lago” così ha definito il suo progetto del nuovo teatro nazionale dell’Opera di Pechino, l’architetto parigino Paul Andreu, padre anche dell’aeroporto Roissy-Charles-De-Gaulle. E’ probabilmente il cantiere più importante di questo inizio di XXIe secolo: 10 mila operai sul cantiere iniziato otto anni fa, e che sarà completato nel 2008. A due passi dalla Piazza Tienanmen e quasi di fronte alla Città vietata spunta una scocca metallica rivestita da 22 mila lastre di titanio di 213 metri nella sua parte più lunga, e una vetrata trasparente che come uno scrigno, lascerà intravedere l’ingresso delle quattro sale di spettacolo da 520 a 2500 posti. All’interno dell’immensa struttura, una piccola città: delle vie, delle piazze e degli spazi espositivi. Per accedervi il pubblico dovrà necessariamente passare attraverso una galleria trasparente sotto il bacino d’acqua. L’edificio non mostra infatti nessuna apertura apparente.

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